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Paolo Rumiz, Che cosa ci porta in dono questo 2020

  • Immagine del redattore: fondazione acceglio
    fondazione acceglio
  • 19 mag 2022
  • Tempo di lettura: 1 min

LO SPAZIO DEL PASSEUR


... sarà come una piccola antologia, paginette senza pretese, senza alcun legame apparente fra loro, dove i lettori potranno spigolare inaspettati suggerimenti o potranno prendere nota di alcuni spunti di lettura ...

... di un’idea:


« Ma l’anno della peste mi aveva offerto in un giorno di maggio anche la fulgida icona di una Madonna incarnata, vivente nel corpo di una giovane siriana incinta. La vedo come fosse ieri uscire da un merci identico a quello di Auschwitz, dove si era nascosta, e discendere con quattro bambini per mano, raggiante di una dignità e di un portamento inimmaginabili dopo ventidue tentativi di fuga dal pantano croato. Veniva dalle terre di Cristo e nei suoi occhi leggevi una forza tranquilla, invincibile.

Nessuno l'avrebbe fermata. Il suo bimbo sarebbe nato lontano da Erode e dalla strage degli innocenti. E certamente oggi egli è già nato, "VAÌSTINU SE RODI", veramente egli è nato, come dicono i serbi ortodossi. In quel momento Dio era femmina. »


[Paolo Rumiz, Che cosa ci porta in dono questo 2020, in Robinson del 19.XII.2020]

 
 
 

2 commenti


fondazione acceglio
fondazione acceglio
31 lug

da: Vito Teti, La restanza, Einaudi (collana le vele), 2022

 

 

Capitolo primo

Rimanere in un futuro

 

 

Amo e odio. Una tensione dialettica segna il mio essere nel mondo, un pasoliniano scandalo della parola o, forse, la fecondità di un contrasto irrisolto. Amo i miei luoghi e, a volte, odio restarvi e vorrei disseminarmi in tutti i luoghi del mondo; avverto spesso la frustrazione del restare per cambiare un mondo che non sembra voler cambiare, che anzi sembra scomparire e morire giorno dopo giorno, ed ecco che mi accingo a raccontare il senso, il disagio, la bellezza, di vivere nel luogo da cui osservo il mondo. Con imbarazzo ho citato la frase, forse, la piú celebre e avvincente di tutta la letteratura antropologica, nella quale l’esperienza del…

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fondazione acceglio
fondazione acceglio
31 lug

Per quelli che ancora vedono coi loro occhi l’andare e venire delle folle, per coloro che si sforzano di prendere la parola per chi non ce l’ha, per ribadire che l’andarsene dalle proprie case non è invasione di altre case ma il tribolo, l’esodo forzato e lacerante di chi, gettato fuori dalla propria casa cerca un nuovo riparo per vivere della vita che la vita gli ha dato e poter ricreare la “restanza”.

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