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Attività

Proiezioni cinematografiche 2023

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La pantera delle nevi

SABATO 11 MARZO ORE 21,30 PRESSO IL BIRRIFICIO ALP

Loc. Frere di Acceglio - Info: 346-6842712

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Aspettando "La pantera delle nevi"

« UN PARADOSSO MOSTRARE LUOGHI NON ANTROPIZZATI, SENZA L'UOMO, DOVE LA PRESENZA DI UN TURISMO NON FAREBBE CHE NUOCERE AGLI ANIMALI. A QUESTO PROPOSITO SENTO GIÀ UN CAMBIAMENTO IN ATTO DENTRO DI ME: RIDUCO I MIEI VIAGGI PER CERCARE DI ESSERE COERENTE ... »

 

Vincent Munier

FRAMMENTI DA UN’INTERVISTA DI MARGHERITA BORDINO

Questo film non è solo un film sulla pantera delle nevi né solo un  documentario sugli animali come siamo abituati a vederli alla televisione.

Penso che l’importanza di questo film, è [...] il fatto di aver vissuto a stretto contatto con tutti gli animali che ci circondavano. Questo film [...] tende a risvegliare ciò che ognuno di noi ha nel profondo, ci fa meravigliare di ciò che abbiamo intorno [...] siamo stati formati fino dai primi anni di scuola per lavorare e consumare – è il grande dramma della nostra società, ci si dimentica di vivere alla fine – e ci dimentichiamo di entrare in contatto con tutti gli altri esseri viventi – ci dimentichiamo che non siamo soli.

Sto patendo molto il fatto che tendiamo a fare del male agli altri esseri viventi. Un sogno sarebbe che l’uomo fosse meno arrogante e provasse a vivere in armonia, lasciando più spazio e pace al mondo selvaggio ... . Il mio sogno sarebbe un risveglio delle coscienze e la scoperta che la vita non è solo qualcosa di materiale, di comfort. E non è solo questione di dormire nella foresta tra gli animali, io non sono uno scienziato ma sono un osservatore naturalista e mi sono reso conto di quanto sia tutto interconnesso, e di quanto ogni cosa sia interdipendente senza bisogno di altro artificio. Ce ne siamo resi conto durante la pandemia: siamo diventati vulnerabili ...

Silvain Tesson e Vincent Munier

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Darreire l'Ourisount

RICORDO Dl SERGIO ARNEODO NEL DECENNALE DELLA SCOMPARSA

Il docu-film “Darreire l’Ourisount” (Oltre l’Orizzonte, 2009) è un film di Sandro Gastinelli con Massimo Dalmasso - che nel film impersona la figura di Sergio Arneodo - e qualche centinaio di comparse provenienti dalle valli cuneesi.
È l’avventura straordinaria di una pluriclasse alpina dove si racconta la storia di Sergio Arneodo, professore, cantore della montagna, poeta, scrittore, animatore culturale, fondatore insieme a Gustavo Buratti (Tavo Burat) della prima associazione per la salvaguardia e la promozione della lingua provenzale, per molto tempo uno dei collaboratori de “La Guida” e anima di Coumboscuro. Questo film ritorna a rendergli omaggio nel decennale della sua scomparsa. Nel film verranno lette anche dieci poesie dei “fiét” di Coumboscuro
attraverso le voci di Dori Ghezzi, Lella Costa, Moni Ovadia, Toni Servillo, Gianmaria Testa, Claudio Bisio, Stefania Belmondo, Giovanni Lindo Ferretti, Paolo Conte, Antonella Ruggiero.
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« Sus lou lindal de moun desert roumiage, / ai esperà ent’al sero / ma
maire que m’adoubesse / na meiro de pastre e pastresse / perqué la

pouvre de moun viage / fiourisse la priero »

« Sulla soglia del mio peregrinare solitario / ho atteso nella sera / mia
madre che m’abbellisse / una capanna con pastori e pastorelle / perché

nella polvere del mio viaggio / fiorisse la preghiera »

L'ESCOLO DE SANCTO LUCÌO - L'AVVENTURA DEI FIÉT
 - La straordinaria vicenda di una pluriclasse alpina -

 
 
1880 - La scuola di Sancto Lucìo conta 42 alunni e 32 alunne. Si trova già nel locale della nuova canonica, terminata nel 1868, dove si trova ancora. Altre scuole, situate "in stalle angustissime e umide, senza alcun arredo", sono presenti nelle borgate Tech Bosc (frequentata da 14 maschi e 18 femmine) e Piebrun (frequentata da 23 alunni e 17 alunne), per un totale di 146 scolari. Gli abitanti sono circa 1200. Situazione analoga è presente a Frise, con scuole nelle frazioni di Frise, Sarasin e Filiere e circa 900 abitanti. (Fonte: D. Ristorto. S. Pietro Monterosso, Relazione del provveditore anno 1880).

1903 - In seguito alla riforma di Depretis, a Sancto Lucìo c'è una sola scuola - nella canonica, dove è ora - con 134 alunni e una unica maestra. Il Prefetto invita inutilmente il Comune di S. Pietro Monterosso a nominare un secondo insegnante, ma il Comune non intende prendersi a carico una nuova spesa. Gli abitanti sono ora circa 600. (archivio comunale S. Pietro Monterosso)

1946 - Sancto Lucìo, come tutta la montagna provenzale ha conosciuto un fortissimo spopolamento, con una emigrazione verso la Provenza d'oltralpe e soprattutto verso la costa tra Nizza e Marsiglia. Nella scuola di Sancto Lucìo viene nominato come insegnante un giovane maestro, allora ventenne, Sergio Arneodo, originario della valle. Inizia a crescere in lui, di fronte al forte spopolamento, alla quotidiana continua emoraggia di famiglie e di bambini, l'idea di creare qualche iniziativa, legata alla cultura tradizionale di questa gente, per far rivivere il paese. A scuola rimangono una ventina di bambini. Gli abitanti sono circa 400.

1950 - Riscoperta della Provenza d'Italia. La piccola scuola pluriclasse di Sancto Lucìo in Coumboscuro è l'anima di quella riscoperta. I giovani scolari seguono e coltivano una profonda conoscenza della letteratura italiana e straniera. Gli alunni iniziano a comporre in versi e in prosa in lingua italiana.

1955 - Esce in edizione arcaica, faticosamente ciclostilata, il primo giornale della pluriclasse di Coumboscuro. Titolo: “Zuccavuota”, immagini, personaggi, situazioni dentro e fuori scuola. La povera edizione rappresenta, comunque, la primissima voce etnico-culturale della valli tra Cuneo e Torino.

1956/1961 - Seguono le edizioni del giornale ciclostilato: “C'era una volta”, “Noi amici”", “La nidiata”, “D'amore e d'accordo”, “Combascura” (notare l'italianizzazione in "a" del toponimo locale provenzale). Iniziano le produzioni scritte a nosto modo provenzale alpino e gli scambi con le scuole delle valli alpine di Cuneo e Torino e con adulti che "scoprono" la loro lingua provenzale.

1958 - Il maestro compra due banchi da scultore e li fa sistemare in classe. Con artigiani locali (in particolare Batistin d'Uli) e esterni (Beppe Viada) perfeziona gli alunni all'arte della scultura su legno, tradizione alpina. Durante le ore di lezione parte della classe segue il maestro e l'altra lavora il legno. Parte dei ragazzi costituiranno un laboratorio artigiano che si insedierà proprio a S. Lucìo, attivo tutt'ora.

1959 - Avvio (senza più interruzioni) dell'attività teatrale su testi originali in lingua provenzale, scritti dal loro maestro Sergio Arneodo. “ Il maestro componeva i drammi teatrali in ogni momento libero: durante la pausa di pranzo gli portavamo un piatto caldo sulla cattedra, poichè non si ricordava di mangiare! ” (Nanà Rosso). Il riscontro, per l'epoca, è di grande clamore. Giornali locali e nazionali parlano dei “Fiét de l'escolo de Coumboscuro”, che vengono invitati ad esibirsi nei paesi delle valli di lingua provenzale e in quelli della vicina pianura, compresa la Valle d'Aosta. Le loro rappresentazioni a nosto modo provenzale raggiungono Blins / Bellino, San Peire / Sampeyre, La Chanal / Chianale, Strop / Stroppo, Voudier / Valdieri, La Rocho / Roccabruna, Cuneo, Cervasca, Demonte, Roure / Roreto Chisone, St. Nicolas ...

1961 - A Crissolo, in alta valle Po, viene fondata “L'escolo dòu Po”, la prima associazione che si dedica alla salvaguardia ed alla promozione della lingua provenzale in Italia. Con Gustavo Buratti, Sergio Arneodo, il maestro, è uno dei fondatori. La pluriclasse di S. Lucìo sarà voce viva di quel primo sodalizio provenzale.

1962 - Primo numero del periodico “Coumboscuro” con testata registrata a scadenza mensile regolare, che continua tuttora. Il giornale, allora, contiene un editoriale, una sezione "Nosto Pouesio"; pagina riservata alle scuole delle valli provenzali; rubrica dedicata ai collaboratori e "amici di Coumboscuro"; lo spazio per le attività della “Escolo dòu Po”; cronaca su avvenimenti, storia, vita delle due Provenze (italiana e francese); concorsi ... In poco tempo il mensile supera i 1000 abbonati. La sua diffusione è immediata in Italia ed all'estero e si interessano al "caso Coumboscuro" studiosi, gente comune, politici ...
I ragazzi della scuola pluriclasse di Sancto Lucìo ricevono lettere e instaurano una fitta rete di relazioni con Università di tutto il mondo (Università di Aix-en-Provence, Università di Torino, Università di Okayama - Giappone, Accademia Pontificia - Roma, Università di Norimberga, Société Belles Lettres d'Orleans, Università di Lisboa, Università di Barcelona, Università di Zurigo, Università di Finlandia, Università di Utrecht, Accademia Lengua Quechua di Cuzco - Perù, Università di Bucarest ...).
 

 
1970 - La compagnia del "Teatre Coumboscuro" (ex allievi della scuola di Sancto Lucìo) ricchi dell'esperienza trascorsa, portano alla ribalta il teatro in lingua provenzale. In quegli anni gli ex-alunni portano il dramma "Col Belièro" a Torino per conto del teatro Stabile e si presentano anche sulla scena del Festival di Avignone. La compagnia del "Teatre" continua la sua attività ancora oggi.

1970 - La scuola di Sancto Lucìo de Coumboscuro diminuisce ancora di numero e si riduce ad una mezza dozzina di bambini (per un paio d'anni è anche scuola sussidiata), ma mantiene viva la sua scelta di continuare ad essere la prima ed unica scuola in Italia, dove si parla, si legge e si scrive a nosto modo, in lingua provenzale, studiata nelle sue varianti locali delle valli alpine e sotto la forma rodaniana usata da Mistral. Come insegnanti si susseguono Comba Rita, Clara Arneodo, Emiliana Blanc.

1990 - La scuola di Sancto Lucìo è al centro di numerosi scambi con scuole di altre regioni italiane, ed estere: Marsiglia in Francia e Poschiavo in Svizzera. I ragazzi accolgono i loro coetanei e trascorrono periodi nelle "classes de mer" a Marsiglia.

1998 - Edizione de "Lou Loup e Babéto" vol. I di Clara Arneodo. È il primo manuale scolastico per l'insegnamento della lingua provenzale. L'edizione si basa sulla ricca esperienza della scuola di Sancto Lucìo. La supervisione dell'opera è del "maestro" Mario Lodi, che scrive nella prefazione « rivalutare la lingua di una minoranza è segno di apertura verso qualsiasi altra cultura diversa ».

2003 - Edizione de "Lou Loup e Babéto" vol. II di Clara Arneodo.

2003/2004 - La scuola di Sancto Lucìo è frequentata da sette bambini delle elementari, più due ragazzi delle medie. Il lavoro didattico, approvato dall'Istituto Comprensivo di Caraglio, viene orientato sullo studio della storia locale, della letteratura e sulla creazione poetica e letteraria in lingua provenzale. I bambini continuano con forte vivacità a comporre in prosa e poesia, nel solco di una avventura scolastica con pochi confronti, che dura da ormai cinquant'anni.

2007 - È costituita l’associazione “Escolo de Sancto Lucìo de Coumboscuro” , formata da genitori, vecchi allievi, estimatori, sostenitori dall’Italia e dall’estero. L’associazione fonda il più piccolo Istituto Scolastico in Italia e, si ritiene, d’Europa. Composto da tre allievi che frequentano sia le scuole medie che le elementari, otto insegnanti per tutte le materie, una sola aula (la stessa aula che dal 1800 ha accolto generazioni di scolari).

2008 - Parte il progetto del “Grande Dizionario della Lingua Provenzale”.

2009 - Il prof. Sergio Maria Gilardino lascia la carriera di docente presso le Univesità di Milano, Harward e Montreal per insegnare nella Escolo di Coumboscuro.

Fonte: http://www.coumboscuro.org/escolo/storia.php
 

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