Attività
HAI MAI CONOSCIUTO MATTEO OLIVERO?
CRONACA E NOTE. A MARGINE DI UN VIAGGIO CON MATTEO OLIVERO
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Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d’isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.
Buenos Aires, 31 ottobre 1960
(Jorge Luis Borges, Epilogo, in “L’artefice”)
Anche quest’anno è ritornata la figura di Matteo Olivero, con ben due appuntamenti.
Il primo appuntamento relativo all’incontro, tenutosi lo scorso 29 luglio 2022, presso l’Espaci Occitan di Dronero che ha ospitato presso i propri locali la mostra fotografica “M. Olivero. I paesaggi dell’anima”, dedicata all’Artista di Acceglio e realizzata dal Comune di Paesana in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, la Città di Saluzzo e la Pinacoteca “Matteo Olivero”, col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo.
La mostra di Espaci Occitan ha illustrato le ambientazioni e i dipinti di Matteo Olivero in valle Po, tappa di un progetto che ambirebbe a ricostruire compiutamente quei Percorsi Oliveriani quale rete di interesse culturale e ambientale, a coadiuvo di un’esperienza che prospetta l’idea di un Museo en plein air e itinerante, spronando il visitatore-escursionista a recarsi ad osservare, dal punto esatto in cui Olivero si era collocato per studiarli, i più bei paesaggi delle valli Po, Varaita, Maira e Grana fino a Saluzzo e Cuneo.
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All’inaugurazione della mostra erano intervenuti: il prof. Antonio Musiari, Docente presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, presentando “I paesaggi dell’anima. Percorsi oliveriani in Valle Po” (Fusta editore, Saluzzo 2022); il Sindaco di Paesana sig. Emanuele Vaudano con i Consiglieri del medesimo Comune la sig.ra Marisa Argento e il sig. Sergio Beccio; Agostino Forte, Presidente della Fondazione Acceglio; la dott.ssa Emanuela Prekalori Direttrice artistica della iniziativa dedicata all’Artista e denominata “Hai mai incontrato Matteo Olivero?”, organizzatori della quale sono stati la Fondazione Acceglio e il Comune di Acceglio.
Il secondo appuntamento, approntato in occasione del novantesimo dalla scomparsa dell’artista, è stato prettamente accegliese, interessando le giornate del 21 e 28 agosto terminando poi con una escursione a Ussolo il 4 settembre, condotta da Demetrio Zema, che ha guidato alla visita di uno dei luoghi dove il nostro Pittore dipinse alcuni scorci del paesaggio.
L’inaugurazione dell’evento “Hai mai incontrato Matteo Olivero?” ha avuto appunto luogo il 21 agosto scorso in borgata Frere di Acceglio, presso la Sala polivalente del birrificio “ALP” dove la dott.ssa Prekalori aveva aperta la giornata presentando l’iniziativa e introducendo l’intervento del prof. Antonio Musiari il quale, con l’ausilio di immagini, ha tratteggiato una breve biografia che ha dato la stura ad alcuni accenni su nuove acquisizioni d’interesse artistico.
Nel pomeriggio si è avuta l’inaugurazione dell'installazione d'arte contemporanea dal titolo “KAIROS” (titolazione che vorrebbe materializzare il valore dell’opportunità), opera pensata apposta per la nostra località e realizzata da Emanuela Prekalori.
A condensare la giornata una visita guidata alla Mostra allestita per alcune vie del paese ma anche al Museo di Arte Sacra di Acceglio dove, oltre ad alcune opere originali dell’Olivero, nonché altre a tutt’oggi mai esposte e appartenenti a collezionisti privati, si è potuto usufruire della visione di documenti d'archivio relativi al Pittore.
La seconda giornata, quella del 28 agosto, è stata caratterizzata da una serie di incontri uno dei quali ha visto gruppi di persone (bambini, ragazzi, adulti) che, pur con tempi diversi, hanno lavorato collettivamente in laboratori dedicati alla riscoperta del Pittore in modalità astratta e figurativa con l’ausilio di cavalletti, tele, pennelli, colori a tempera, e tramite pure l’utilizzo di smartphone onde poter esibirsi in una ri-elaborazione delle foto scattate al paesaggio per piegarle ad arte a un’idea artistica divisionista quale quella che fu anche percorsa dal nostro Matteo ...
... Per affacciarsi, infine, a quello spazio denominato Spazio Multimediale Immersivo dove magari, quasi in un “viaggio intorno alla mia camera”, si sarà potuto intimamente commentare e richiamare altri ricordi, divagazioni, osservazioni.
Chiusura dell’iniziativa, come si ricordava, la camminata a Ussolo, dove passato e presente, in un rimando tra l’occhio dell’escursionista e la visione di alcune riproduzioni, hanno forse potuto creare quella fusione sintetica per la quale il senso di una contemporaneità tra passato (il dipinto dell’Olivero) e presente (ciò che oggi si vede) ha probabilmente potuto innescare l’occasione per sentirsi quasi accanto all’Artista.
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Giuseppe Giraudo, nel suo “Aspetti di vita in Valle Varaita”, e precisamente nei “Colloqui con Matteo Olivero”, scrive:
«Svecchiare, si ode spesso ripetere - disse Olivero quando fummo a pochi passi dal frassino - destare l’animo sopìto, esprimere con sempre rinnovata chiarezza il proprio mondo interiore! Ma è ciò che fanno tutti, quali più quali meno; è ciò che faccio anch’io [...] Il mio mondo interiore non è ancora un melanconico paesaggio e mi sorride pure negli occhi la visione di un’arte non mai dipinta! [...] l’arte tutta è sempre nel futuro.»
Il rapporto dell’artista con la propria arte è l’attesa di un’apparizione che certifichi e dia in qualche modo conferma di un percorso. Matteo Olivero evoca l’attesa con l’interiorità, l’arte non mai dipinta e sempre posposta nel futuro ma della quale già si partecipa.
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Il poeta siciliano Gesualdo Bufalino, si appaia all’anelito del nostro Pittore, con la forza evocativa fissata nel particolare affresco mentale de La festa breve:
Nel guscio dei tuoi occhi
sverna una stella dura, una gemma eterna.
Ma la tua voce è un mare che si calma
a una foce di antiche conchiglie,
dove s’infiorano mani, e la palma
nel cielo si meraviglia.
Sei anche un’erba, un’arancia, una nuvola…
T’amo come un paese.
Si affianchino, a questi di Bufalino, i versi di Attilio Bertolucci, presenti nella composizione Verso Casarola, nella raccolta “Viaggio d’inverno”, dove lo slancio poetico collabora con pennellate d’inchiostro a definire ciò di cui si racconta, indifferente che sia una pagina o una tela o altro supporto a reggerne il “reale” paesaggio:
Lasciate che m’incammini per la strada in salita
e al primo batticuore mi volga,
già da stanchezza e gioia esaltato ed oppresso,
a guardare le valli azzurre per la lontananza,
azzurre le valli e gli anni
che spazio e tempo distanziano.
Così a una curva, vicina
tanto che la frescura dei fitti noccioli e d’un’acqua
pullulante perenne nel cavo gomito d’ombra
giunge sin qui dove sole e aria baciano la fronte le mani
di chi ha saputo vincere la tentazione al riposo,
io veda la compagnia sbucare e meravigliarsi di tutto
[...]
È impossibile districare gli afflati artistici, per quanto le Arti sembrino differire per il solo fatto di occuparsi del “segno” in àmbiti differenti.
Cos’è Arte?, e cos’è Cultura?
« Ha ragione Gottfried Benn che insiste sull’incompatibilità tra cultura e arte ... Cultura sono le mostre nei caffè, i circoli letterari, le case editrici a pagamento, le feste popolari e i poetry slam, le piccole vanità, il pensare abbastanza comune che uno scrittore sia uno che sa usare bene le parole. L’arte invece è guerra: l’io contro il mondo e contro se stesso. Senza sconti.
L’arte non appartiene al mondo civilizzato, ma al mondo nascente: informe, inconsapevole ancora di se stesso che emette rumori osceni, strisciando per terra alla ricerca di cibo vivo e morto. Non c’entrano spumante e spuntini e discorsetti. La firma dell’artista è uno scarabocchio, fatto di terra e sangue.
[...] Desiderio di vita lenta. Desiderio di lingue che non conosco e che non studierò mai. Desiderio di cose che non so e che nemmeno voglio sapere. Desiderio di un paio di occhi nuovi.
È sera. La tristezza e la gioia di ogni giorno insistono sul loro diritto di esserci.»
Così Stefanie Golisch.
« L’arte non appartiene al mondo civilizzato, ma al mondo nascente »; non vi ricorda “l’arte non mai dipinta! [...] l’arte tutta è sempre nel futuro”, citata nello scritto di Giraudo più sopra riportato? Anche se nelle parole della Golish sovrasta l’ombra dell’informe, dell’inconsapevolezza, dei rumori osceni, insomma una tendenza a dire il vero non proprio solare.
Ma c’è sempre il desiderio di occhi nuovi; ciò dimostra la volontà di non sottostare all’abitudine ma essere pronti a cogliere la novità.
Intorno alla figura di Matteo Olivero sono sorti plausibili pensieri, condensati nella domanda “ HAI MAI INCONTRATO MATTEO OLIVERO ” ?
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Una risposta potrebbe essere: certo che l’abbiamo incontrato, là dove dipinge le giornate dell’uomo e il mondo che lo ospita; in quel dipingere dove troviamo anche noi stessi, dove ci sentiamo partecipanti invisibili delle sue tele. Non solo incontriamo Matteo Olivero ma non lo possiamo neppure cancellare perché eravamo già presenti nell’arte a venire, quella sempre nel futuro.
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Non sembra di percepire qui un soffio di eternità?
« Io dico: l’opera d’arte è eterna, il prodotto dell’artigianato è caduco. L’azione che svolge l’opera d’arte è spirituale, l’azione che svolge l’oggetto d’uso è materiale. L’opera d’arte viene consumata spiritualmente e quindi non è soggetta alla distruzione attraverso l’uso, l’oggetto d’uso viene consumato materialmente e di conseguenza si distrugge ».
Questo ebbe a scrivere l’architetto austriaco Adolf Loos.
Le considerazioni fin qui svolte hanno due possibilità: o rappresentano uno sfoggio di vanità intellettuale oppure si fissano nello spazio bianco di questa pagina digitale per farsi piccolo tassello di riflessione, ad uso e consumo di chi pensa che l’Arte sia a disposizione di una crescita, essenzialmente di ordine civile.
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Poiché l’Arte aiuta il buon governo dell’Anima e del Corpo.
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“Vogliamo inoltre segnalare che nella data di venerdì 12 agosto, nella Chiesa parrocchiale di Prazzo Inferiore, inserito nella presentazione ufficiale della rivista di storia locale COZIE, si è tenuto un altro incontro commemorativo del Pittore a cura dell’associazione Chaliar odv e dell’Associazione Culturale il Maira.”
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