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Attività

Recondite Armonie 2023

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PENSIERI E PAROLE SU RECONDITE ARMONIE 2023

“Il paesaggio sonoro del mondo sta cambiando. L’universo acustico in cui vive l’uomo moderno è radicalmente diverso da ogni altro che l’ha preceduto. Suoni e rumori nuovi, di qualità e intensità diversa dai suoni e dai rumori del passato. Sono stati più volte sottolineati i pericoli legati alla diffusione indiscriminata e imperialistica di un numero sempre maggiore di suoni – e sempre più potenti – in ogni angolo della nostra vita. L’inquinamento acustico rappresenta oggi un problema mondiale e il paesaggio sonoro sembra avere ormai raggiunto il massimo della volgarità. Secondo molti autorevoli esperti, se questo problema non verrà rapidamente preso in considerazione, il punto di arrivo sarà una sordità universale.”

Questo passo è tratto da un libro di Raymond Murray Schafer1. Il motivo di una tale citazione è volta a riportare all’attenzione del pubblico-lettore il nesso esistente tra il senso di ciò che si ascolta e il rapporto che individualmente ci troviamo a vivere con la nostra modernità. Quale congruità vi sia poi tra la scelta di repertorio operata in questa VIII Rassegna di musica organaria e il contenuto della presente riflessione andiamo a collocarla nella definizione di contrappunto, vale a dire il tentativo di organizzare una polifonia tra evocazione letteraria e componimento musicale, una combinazione di melodìe.
Ci sembra doveroso rimarcare, nella criticità del tempo che stiamo attraversando, quanto sia a volte sintomatica quella sensazionea di distanza dalla quale si viene colti nell’essere coinvolti dalla varietà delle fonti sonore (spesso causa di  nostalgia), quasi si fosse investiti da un tempo sospeso e limitato, cui non potremo più avere occasione di accesso o opportunità di prolungamento nel presente. Un tempo sospeso tra sogno e realtà2. Un tempo visitato dall’Idea.

Quando si ode parlare di inquinamento acustico e di volgarità, siamo portati a fare i conti con una dimensione esistenziale che pare aver irrimediabilmente stravolto le relazioni vitali. Di per sé discorrere di ascolto non è impresa da poco. Si pensi a quanto non sia comunque proprio immediato disporre la propria attenzione verso un mondo che parla e presenta la sua sinfonia (un accordo di suoni), attraverso la quale si traspone un’immagine di unitarietà o di frammentazione e con quest’ultimo sostantivo avrebbe ancora senso parificarlo a un aspetto della sinfonia anziché ad una cacofonia, a brutti e sgradevoli suoni?
Con “unitarietà” definiremmo allora l’armonia, la concordanza; col termine “frammentazione”, il discrimine, la disarmonia e la discordanza. La difficoltà a disporre ossia a mettere in opera la propria attenzione potrebbe essere ragionevolmente intesa come il tentativo di ricomposizione, ricostituzione di un centro di ascolto.
All’oggi, possiamo dire di poter ancora vivere in modo sensibilmente tangibile una sensazione di unitarietà?

Unitarietà, semplifichiamo ulteriormente, come memoria di un tempo paradisiaco, ovvero un tempo nel quale tutto sarebbe bello ed esente da forti e terribili problematicità; tempo esente dal clangore della modernità come la conosciamo, da quel rumore caratteristico (e da quasi trecento anni tradotto dalle cronache umane come sempre più crescente) al traguardo di tappa del nostro attuale mondo urbano, culturale e in definitiva, osiamo dire, industriale. Dove per industriale si potrebbe significare la sostituzione dell’armonia delle sfere celesti con lo stridore dell’ingranaggio, per quanto ingrassato dai più sofisticati prodotti di ultima generazione: è il movimento degli ingranaggi che si incuneano ad evocare l’immagine del clangore stritolante; la sfera scivola, slitta, si sottrae alla presa, offre attrito irrisorio se non nullo. È materia della grammatica delle sonorità nella loro evoluzione, aggiornamenti sostitutivi dei cambiamenti epocali, equivalenze di materiali e sostanze, disposizioni celesti e titanismi terrestri, ridistribuzione di posizioni in vista dalla ricostituzione di nuovi ordini.
Lo stesso tempo industriale, nel suo procedere storico, non aveva tuttavia impedito al poeta americano Whitman di comunicare “ora non voglio far altro che ascoltare ...”3: ma cosa, le grandi manovre fra pace e tumulto? E recentemente, quello stesso tempo, non ha presentato un’altra delle sue innumerevoli scenografie, per il tramite della scrittura di Christian Bobin4, partecipandoci di una meditazione parallela secondo la quale

“ ... come l’uccello che con il canto pone interrogativi e per tutta risposta riceve una pietra e canta ancora, anche morto canta, ancora, ancora, ancora, anche molto tempo dopo che la pietra che l’ha ucciso è tornata friabile, polvere, meno che polvere, silenzio, meno che silenzio, nulla, e sempre permane questa vibrazione del canto puro nel nulla manifesto del mondo.”

Ecco, la sensibilità umana è in grado di sondare e intendere dove l’armonìa può essere riconquistata. Non senza difficoltà, certamente. Alberto Manguel, in una recensione alla Corrispondenza tra la filosofa spagnola Maria Zambrano (1904-1991) e il poeta letterato cubano José Lezama-Lima (1910-1976), riportava, la seguente riflessione5:

“Solo il difficile è stimolante. Solo la resistenza che ci sfida, è capace di esaltare, suscitare e mantenere la nostra potenza di conoscenza (Sólo dificil es estimulante. Sólo la resistencia que nos reta, es capaz de enarcar, suscitar y mantener nuestra potencia de conoscimiento)”,

poiché il cammino verso la conoscenza è arduo, irto di ostacoli, non agevole, sempre in salita.

«Bisogna salire sempre. Questo è l’esilio, un pendio, sebbene sia nel deserto. Questo pendio che sale sempre e, per ampio che sia lo spazio visibile, è sempre stretto. (…) Vi sono certi viaggi dei quali solo al ritorno si comincia a sapere. Per me, visto da questo sguardo del ritorno, l’esilio che mi è toccato vivere è essenziale. Io non concepisco la mia vita senza l’esilio; esso è stato come la mia patria o come una dimensione di una patria sconosciuta, ma che, una volta conosciuta, diventa irrinunciabile»,

così Maria Zambrano6.

L’inascoltato non pregiudica l’esistenza della parola che attraverso il suo  manifestarsi annuncia l’appartenenza alla Creazione da sempre e per sempre, ritornando immantinente all’alveo da cui trae origine ogni evento sonoro.
Così e sempre, per rinnovati travagli.

 

NOTE :

1: Raymond Murray Schafer, (1933-2021), compositore scrittore e ambientalista canadese. Il testo è tratto da Il Paesaggio sonoro, Milano,  Ricordi-Unicopli,  1977, p.13, tr. Nemesio Ala.

2: “Siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti i sogni e nello spazio e nel tempo di un sogno è raccolta la nostra breve vita” citazione da William Shakespeare, Tempesta, Atto iv, Scena 1a.

3: Walt Whitman, Foglie d’erba. «Il canto di me stesso», Milano, Mondadori, 2012, stanza 26, v.1, p. 72, tr. Enzo Giachino. 

4: Christian Bobin, L’uomo che cammina, Magnano (BI), Qiqajon, 1998, p.14, tr. Guido Dotti.

5: Alberto Manguel, Zambrano-Lezama Lima. Le nostre affinità elettive, in Robinson, sabato 29 luglio 2023, p.11. Il testo è reperibile anche in: José Lezama Lima, Le ere immaginarie, Dario Puccini (a cura), Lucca, Pratiche, 1978, tr. Gianna Carla Marras.

6: Maria Zambrano, L’esilio come patria, Morcelliana, Brescia 2016, pp.155-6. tr. Armando Savignano.

 

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FONDAZIONE ACCEGLIO
 
RIVOLGE UN DOVEROSO RINGRAZIAMENTO

AL SIG. MASSIMO CARBONE 

E A TUTTI I COLLABORATORI DE

“LA DISPENSA”
 
PER AVERE PROVVEDUTO ALLA RISTORAZIONE

IN FAVORE DEI MUSICISTI

E DEL PERSONALE DELLA

ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA DI SAVIGLIANO
 

SCHEDE MUSICISTI RECONDITE ARMONIE 2023

 

Sabato 5 agosto ore 21,15
Acceglio, Chiesa Parrocchiale (organo Francesco Vittino 1895)


Luca Magni flauto e ottavino
Mariella Mochi organo

 

 

LUCA MAGNI

Si è diplomato brillantemente in Flauto Traverso presso l’Istituto Musicale Pareggiato “P. Mascagni” (Livorno) nel 1991 sotto la guida del M° Nicola Mazzanti. Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento in flauto: Fiesole (M. Ancillotti), Città di Chiusi , G.A.M.O. di Firenze (R. Fabbriciani), Lyceum di Firenze con M. Conti, M. Marasco, P. Wavre e M. Larrieux. Ha eseguito numerosi concerti in Italia (Roma, Torino, Milano, Firenze, Macerata, Bari, Bologna, Siena, Varese, Parma, Lucca, Modena, ecc.) e all’estero (Malta, Francia, Austria, Polonia, Germania, S.Pietroburgo, Olanda, Svezia, Spagna, Danimarca, Russia (San Pietroburgo), Australia, Stati Uniti, ed una tourneè in Giappone , sia in duo che come solista, riscuotendo sempre unanimi consensi di pubblico e di critica. Nel 2000 ha tenuto una Masterclass di Flauto a Struer (Danimarca), presso la Scuola Comunale di Musica. Nel 2005 ha tenuto una Masterclass di Flauto e Organo a S.Pietroburgo (Russia) “Manfredini e autori coevi” al flauto Luca Magni, all’organo Mariella Mochi per allievi del Conservatorio e Università di S. Pietroburgo, con registrazione del canale televisivo RAMBLER e RADIO RUSSIA. Dal 2011 è Direttore Artistico del Festival Internazionale Piceno Classica di San Benedetto del Tronto, nelle Marche, e dal 2008 dei Campus Musicali Estivi di Cutigliano. È altresì Direttore Artistico della Casa Vacanze-Casa Musicale Villa Magni. Attualmente ricopre la cattedra di flauto traverso presso l’ ICS Raffaello di Pistoia.

 

MARIELLA MOCHI

Si è diplomata in Pianoforte, Organo e Composizione organistica al Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze sotto la guida dei Maestri E. Scarlino e A. Esposito. Sempre al Cherubini ha ricoperto la Cattedra di Organo e Composizione Organistica fino al 2007.

Ha frequentato corsi internazionali di perfezionamento con i maestri Tagliavini, A. Heiller J. Langlais e M. C. Alain. Dal 1968 al 2000 ha ricoperto la qualifica di organista titolare della Chiesa di San Giovanni Battista, chiamata anche chiesa dell'Autostrada del Sole per la sua collocazione all'incrocio fra l'autostrada del Sole e la A11 Firenze-Mare. È stata membro della Commissione Artistica dell’Accademia Pistoiese per Organo. Nel 1975 Le è stato conferito “Il Cimento d’Oro” per meriti artistici dal Centro Letterario del Lazio. Docente di corsi di alto perfezionamento per Organo, con particolare attenzione al repertorio italiano Rinascimentale e Barocco e del 900 (Masterclass di Quarrata (corso “L’Organo e l’Opera“ a Corsanico), Corso”La letteratura Italiana per Organo nei sec. XIX e XX” a Forte dei Marmi, l’opera di A. Esposito a Lucca).Viene frequentemente invitata nelle commissioni di concorsi nazionali ed internazionali di Organo. Nel 1985 è stata invitata come unica rappresentante italiana al Festival Organistico a Parigi per le celebrazioni Bachiane. Svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero tra i quali Austria, Germania, Svizzera, Svezia, Danimarca, Francia, Spagna e Giappone nonché effettuato registrazioni ed incisioni su strumenti storici. Ha partecipato a rassegne organistiche radiofoniche e televisive (Radiodue e Rai Tre). Nel 2001 ha partecipato in qualità di relatrice (unica insegnante di conservatorio) al Convegno Nazionale “L’Organo e la Liturgia” tenuto a Fiesole. Nel 2002 Ha inciso per la Discantica di Milano un doppio cd contenente l’opera omnia organistica di Alessandro Esposito. E’ stata direttrice artistica dell’Accademia di Musica Italiana per organo di Pistoia.

 

***

 

Sabato 12 agosto ore 21,15
Acceglio, Chiesa Parrocchiale (organo Francesco Vittino 1895)


Fabo Frigato organo
Valentina Satta soprano

 

 

FABIO FRIGATO

Nasce a Oristano nel 1994 e all’età di 5 anni inizia lo studio del pianoforte. All’età di 16 anni cambia strumento dedicandosi allo studio dell’organo a canne sotto la guida di Gianluca Frau. Ha frequentato masterclasses con docenti come K. Schnorr, B. Haas, C. Mantoux, G. Bovet, M. Torrent, L. Lohmann, J. Essl, H. Deutsch, J. Laukvik, G. Gnann, E. C. Vianelli. Secondo classificato al Premio Abbado 2015. Nel semestre invernale 2016-2017 ha frequentato il corso di Organ Bachelor of Music presso la “Hochschule für Musik und Theather München”, nella classe del Prof. Bernhard Haas. Ha conseguito il diploma accademico di primo livello in organo col massimo dei voti e la lode nella classe di Adriano Falcioni, presso il Conservatorio di Musica di Sassari “L. Canepa”.

Tiene numerosi concerti come solista in diversi festival tra cui la Rassegna Internazionale Organistica del Festival del Mediterraneo e come organista e continuista1 ha suonato in diverse formazioni tra cui l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari. Attualmente frequenta il Master of Music presso la “Hochschule für Musik und Theater München” nella classe di Organo del Prof. B. Haas e nella classe di Improvvisazione del Prof. C. Schönfelder. [maggio 2022]

 

1 : viene definito Continuista l'esecutore che realizza sugli strumenti polifonici tipici del basso continuo (clavicembaloclavicordoorganoliutotiorbachitarrone, ecc.) le numeriche apposte dal compositore. La numerica è la parte musicale di una partitura in cui è notato il registro più grave di una composizione.

 

 

VALENTINA SATTA

Nuorese. Nel 2006 inizia i suoi studi musicali alla Scuola Civica della città natale con Paola Puggioni. Si diploma in Canto Lirico al Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari con la M° Maria Mastino. Nel febbraio 2018 ha consegue, con il massimo dei voti, la laurea magistrale di canto barocco presso il Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, sotto la guida del soprano Roberta Invernizzi, una delle più grandi cantanti del panorama mondiale.  

Segue Masterclass e Corsi di perfezionamento con diversi Maestri tra i più esperti sull’interpretazione della musica rinascimentale-barocca, tra i quali Johanna Kanuf, Filippo Maria Bressan, Gloria Banditelli, Alessandro Carmignani, Marco Berrini, Peter Neumann, Roberta Invernizzi, Franco Pavan, Fabio Biondi, Rinaldo Alessandrini, Sara Mingardo, Paolo Da Col, Gemma Bertagnolli.

Collabora con diverse formazioni cameristiche (Baroque Ensemble, Ichnos Ensemble, Dolci Accenti, Artemisia Gentileschi, Musici Malatestiani, Harmonicus Concentus, Ensemble Sezione Aurea, I Musicali Affetti, Superba Chamber Orchestra) svolgendo una ricca attività concertistica.

Partecipa ai festival e alle rassegne concertistiche quali l’Ente Musicale di Nuoro, Cesena, Forlì, Faenza, San Marino, Urbino, Roma, Montecompatri, Vicenza, Chiavari.

Nel luglio 2016 è vincitrice del 2° premio del concorso internazionale “Fatima Terzo”. Come solista, nell’ottobre 2016, nei tre concerti organizzati dall’Associazione Spazio e Musica con l’ensemble “I Musicali Affetti”, diretti dal M° Fabio Missaggia, per il Festival “Grandezze e Meraviglie” nella Sala dei Contrari di Vignola, a Ferrara nel Teatro Comunale, e al Teatro Olimpico di Vicenza nell’àmbito del Festival di musica antica “Spazio e Musica”.

Nel luglio 2017 esegue il ruolo di Proserpina nell’Opera “Orfeo” di Monteverdi allestita per la stagione concertistica del 49° Festival Internazionale di Musica Antica di Urbino, sotto la direzione del M°Rinaldo Alessandrini. 

Nell’aprile 2019, per la prima esecuzione mondiale in tempi moderni interpreta, in qualità di soprano, il ruolo di Pace nella “Cantata a tre voci sopra la nascita della Beata Vergine scritta dal compositore Felice Doria”.

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