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Patti di Saretto

I Patti di Saretto furono stretti tra il Movimento di Liberazione italiano e la Resistenza francese. 

Il 30-­31 maggio 1944 Dante Livio Bianco, commissario politico della I Brigata “Giustizia e Libertà” e delegato del Comitato di Liberazione Nazionale del Piemonte, insieme a Maurice Juvenal, Capo della 2^ Regione delle Forze Francesi dell'Interno“, a seguito di cordiali conversazioni e in un quadro di mutua comprensione” proclamarono l'unitarietà dei loro obiettivi politici

A nome dei rispettivi movimenti, i firmatari del documento (redatto in francese) dichiararono che:
 

Tra i popoli francese e italiano non vi è alcuna ragione di risentimento e di urto per il recente passato politico e militare, che impegna la responsabilità dei rispettivi governi e non quella dei popoli stessi, tutti e due vittime di regimi di oppressione e di corruzione; affermano la piena solidarietà e fraternità franco-­italiana nella lotta contro il fascismo e il nazismo e contro le forze della reazione, come necessaria fase preliminare per l'instaurazione delle libertà democratiche e della giustizia sociale, in una libera comunità europea; (…) si accordano per impegnare le forze delle rispettive organizzazioni per il conseguimento dei fini suddetti, in uno spirito di piena intesa e su un piano di ricostruzione europea”.

Lapide degli emigranti alla base del Col Sautron
Patti di Saretto - Annullo postale speciale

I patti, sottoscritti nel borgo del Cuneense, sono stati ricordati nel loro settantesimo anniversario dall'Italia postale con un Annullo speciale .

Il 24 aprile del 2007 i Patti di Saretto sono stati commemorati con un francobollo da 60 centesimi.

Lapide degli emigranti alla base del Col Sautron

DOCUMENTI

I disegni, il simbolo dell’annullo filatelico e la locandina del 70° anniversario dei patti nel 2014, sono stati disegnati da Giorgio Arrigoni, un artista lecchese nipote degli allora albergatori di Saretto che ospitarono i partigiani di Dante Livio Bianco e Maurice Juvenal dei francesi (con grande pericolo perché ad Acceglio i nazisti ed i fascisti occupavano già la sede comunale). 

Giorgio e sua sorella Marta Arrigoni hanno sempre mantenuto vivo questo capitolo di storia e meritano un ricordo 
(nella foto si possono vedere da destra, il Prof. Aldo Alessandro Mola e Marta Arrigoni al centro, sulla porta della casa (allora Osteria) dove i Patti furono siglati).
 

15.1 Cammeo per Marta Arrigoni in Patti di Saretto.jpg

Questo ricordo dedicato a Marta Arrigoni, è stato curato da Demetrio Zema. Ci viene gentilmente concessa l’opportunità di riproporlo qui, nella scheda dedicata ai Patti di Saretto, grazie anche al Museo Mallé di Dronero e a quella iniziativa denominata “Il cammeo” che fa parte della serie “Piccole e grandi storie al femminile in Val Maira e dintorni”, messa in campo dalla curatrice sig.ra Ivana Mulatero, che segnala importanti figure femminili da riportare alla memoria.

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