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Carnevale di Villaro

L’antico Carnevale di Villar di Acceglio, chiamato dalla popolazione “Barbòeros”, maschere in lingua occitana, fu una manifestazione
molto sentita e seguita in passato. Si rappresentava nel periodo del carnevale e costituiva un momento molto importante di aggregazione per la popolazione di Acceglio che partecipava in maniera molto compatta alla preparazione dei costumi e della scenografia.

 

Le origini di questo carnevale sono dubbie: si è tramandato fino ad oggi oralmente. Rappresenta una delle manifestazioni più particolari e ricche di iconografia delle Alpi piemontesi.
 

Le maschere erano "vestite" da uomini che interpretavano sia maschi che femmine (da qui il termine “barbute").

Gli abiti erano principalmente bianchi con addobbi di fiori secchi
e merletti fatti a mano. Erano unici, in quanto al termine del carnevale venivano disfatti: i merletti venivano riposti via, perché gli abiti erano quelli quotidiani.

Il gruppo delle maschere, guidate dal Comandante, secondo il rituale si spostava lungo gli abitati di Villaro e Borgo Villa.

I personaggi erano numerosissimi: i Sapeurs, il Pulcinella, gli Arlecchini, il Carnevale, l’Orso, il Cacciatore, il Dottore, il Cantiniere, il Diavolo, gli Sposil’Ebreo Errante, il Giudice, il Becchino, la Quaresima, gli Avvocati e molte altre comparse.


Queste maschere erano il frutto di antichissime tradizioni e credenze popolari ben radicate sul territorio che si fondevano con fenomeni culturali riscontrati anche in altre zone delle Alpi e che da sempre sono oggetto di studio e approfondimento da parte di antropologi e etnografi.
 

Quella del 1991 fu l’ultima rappresentazione di questo Carnevale,
più ridotta rispetto al consueto a causa delle sempre maggiori difficoltà di organizzazione, di reperimento dei materiali di scena e dei costumi, della mancanza di attori, del venir meno delle persone più anziane capaci di preparare gli abiti e disposte ad impegnarsi nell'allestimento della scenografia.

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